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Le modalit culturali 6

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(seguito dai precedenti nn. 1 - 5)

 

E' necessaria a questo punto giunti una pausa: abbiamo nominato tante volte i "radical chic", si potrebbe dire forse con un pò di incoerenza; qualcuno potrebbe dire - e dice - che l'espressione è usata  per offendere, denigrare, che è ormai un luogo comune, abusato, irrilevante e patetico. E' fuori moda.

Quindi usciamo dal contesto della storia di questa immaginaria family e parliamo del radical - chic.

Tralasciamo la sua origine, qualdo è nato, dove, chi ha messo insieme queste due parole, perchè  ecc.. Tutti la sanno. Basta. Cosa è oggi radical-chic, che è ancora comune dirlo e si dice spesso in televisione, nel vari blog, si scrive sui giornali.

In genere è considerato un insulto, e forse lo è o almeno si dice che voglia esserlo.

Oggi esiste eccome il radical chic, solo che come molte cose, quasi tutte, nel tempo ha cambiato connotazione: quello che era r.c.  un tempo, quando eravamo giovani, alla Cederna Camilla, alla Scalfari Eugenio da giovani ed altri tanti tanti, oggi è cambiato ha mutato verso, pelle. 

Come ieri un minimo comune denominatore:  si entra nella porta giusta dalla porta giusta, se lo si è, lo si è per tutta la vita, un imprinting.

Ci si stupisce in maniera elegante e si finge di non conoscere, di non sapere cose che in realtà si conoscono bene. Ma che è tanto chic fingere di non sapere. Tanto per dire il modo di essere.

Ieri come oggi ma in modo diverso, relazioni differenti,

qualcosa è rimasto, altro se ne è andato in fumo, qualcosa è cambiato mi verrebbe da dire in peggio se ciò è possibile.

La sinistra, quella detta populista,  qualunquista, in realtà  quella un pò rivoluzionaria, con  un minimo di puritanesimo attaccato alle ossa, non è mai stata nè radical nè tanto meno chic.

I vecchi guru del radicalismo elegant chic un pò blasé se ne sono andati o se ne stanno via via andando a  confrontarsi con altri dei.

Le modalità culturali, invece,  sono cambiate.

Non ci sono più  vincitori e vinti, il sessantotto è finito, le successive baruffe anche e la Milano da bere  pure.

Che cosa resta?  il modo tutto speciale di essere, di comportarsi,   che vuol dire di parlare, di leggere, meno di vestire, però certo di abitare, di muoversi, di visitare le mostre d'arte ma che cosa ci va a fare tanta gente che ci capisce niente ( dicono.. un cazzo.. che ogni tanto buttare lì una parolona destabilizza un pò) di vivere il tempo e di frequentare.

Oggi la modalità culturale  è questa: o sei così o non ti vogliamo,  ma niente è perentorio, ostentato, imposto no, semplicemente è.

Si potrebbero considerare un sodalizio come i rotary o i lyons oppure anche le massonerie, solo che lì dentro ci puoi entrare anche partendo da zero, i meriti o i motivi  stanno in altro.

Nel sodalizio dei radical chic entri così... sei scelto oppure no, ti annusano, ti  "pesano", con uno sguardo,  tu puoi avere frequentato i migliori licei classici e compulsato tutta la cultura classica o avere un due a tre lauree che con uno sguardo ti accantonano. Ma non ti scacciano.

Puoi sempre essere un ospite gentilmente accolto nel sodalizio, con educazione un pochino  forzata e che diamine, si capisce no?

Ma un menbro di diritto non lo diventerai mai.

 Klara Rubino - 11/11/2016 10:18:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

E’ come un mostro dalle cento teste e un solo cervello! Che orrore!

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